Due stati emotivi che spesso si influenzano reciprocamente
Proviamo a pensarci un attimo, quali sono i casi in cui tendenzialmente proviamo l’emozione della rabbia ?
- Quando non otteniamo quello che vogliamo.
- Quando otteniamo qualcosa che proprio non vogliamo.
- Quando veniamo feriti o offesi.
Concentriamoci per un attimo sul punto 3.
Cosa fa si che dopo un’offesa possiamo avvertire una sensazione crescente di rabbia e in alcuni casi scagliarci contro quella persona ?
Probabilmente non te ne sei mai reso conto ma poco prima di avvertire la rabbia, ci sono altre sensazioni. Una persona che pratica costantemente la meditazione da tempo può rendersene conto ma normalmente quelle sensazioni vengono bypassate dalla nostra coscienza e avvertiamo immediatamente quelle legate alla rabbia.
Quali sono queste sensazioni ?
Le sensazioni possono essere riferite, per sommi capi, all’emozione della vergogna o dell’imbarazzo. In effetti, sentirsi giudicati prima di tutto ci mette a contatto con l’essere sminuiti, ancor prima che attaccati.
L’emozione della vergogna, tuttavia, non è molto accettata dalla nostra società e neanche da noi, in primis. Questo perché è uno stato emotivo considerato adeguato solo ai bambini o sbagliato, da deboli e così via.
Il problema però è il seguente. Nel momento in cui avverto una serie di sensazioni, che io per primo giudico come sbagliate, la mia risposta emotiva si sposta su qualcosa più accettabile da me e dall’immaginario collettivo sociale: la rabbia.
E’ una reazione automatica quindi: provo la sensazione della vergogna, non mi piace, non la tollero e non riesco neanche per un attimo a starci dentro e mi sposto senza rendermene conto su quella della rabbia.
Perché accade questo ?
E’ molto semplice, questo accade perché la rabbia ci fa sentire più in controllo della situazione, è un’emozione maggiormente tollerata rispetto alla vergogna o alla tristezza e ci restituisce un senso, seppur illusorio di controllo.
Dopo che avvertiamo la rabbia, si possono innescare una serie di reazioni automatiche che producono comportamenti anche rabbiosi.
Provare la rabbia, non significa per forza reagirvi. Anche qui quelle che mettiamo in atto sono altre reazioni automatiche che possono davvero portarci molto lontano da una risposta efficace al contesto in cui ci troviamo.
Infine, può accadere che la reazione di rabbia sia talmente elevata che dentro di noi si possa creare un ulteriore giudizio e quindi un altro stato emotivo, quello della vergogna.
Anche qua, per tenerlo a bada, possiamo soffocarlo, coprendolo con ulteriori reazioni legate alla rabbia. Non dandoci mai realmente la possibilità di comprendere che cos’è accaduto in quella situazione e come mai non riusciamo a stare a contatto con la vergogna.
E’ un circolo vizioso automatico che la meditazione se praticata sotto la guida di un istruttore è in grado di spezzare.